Legge di iniziativa popolare

Il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, ha lanciato una campagna di raccolta firme per presentare alle Camere una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede pene severe a chi si rende colpevole di propaganda delle ideologie fasciste e naziste con qualunque mezzo di diffusione e l’aggravante di diffusione in rete, e della produzione e la vendita di oggetti celebrativi dei regimi fascista e nazista.

Siamo di fronte a nuovi razzismi, nazionalismi, sovranismi che attraverso il ripudio della memoria e allo stravolgimento della storia provano a minare la base della nostra democrazia che è la nostra Costituzione.

L’invito è quello di recarsi presso il comune di residenza per sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare “NORME CONTRO LA PROPAGANDA E LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI INNEGGIANTI A FASCISMO E NAZISMO E LA VENDITA E PRODUZIONE DI OGGETTI CON SIMBOLI FASCISTI E NAZISTI” promossa dal sindaco di Stazzema Maurizio Verona.

RELAZIONE

Da anni assistiamo impassibili al proliferare dell’esposizione ovunque, di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai come oggi sono pericolose. Il  ‘Rapporto Italia 2020’ dell’Eurispes  ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7% oggi sono il 15,6%, mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah dall’11,1% al 16,1%. Inoltre, secondo l’indagine, riscuote nel campione un “discreto consenso” l’affermazione secondo cui “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). In compenso secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%).

Siamo un Paese in cui una senatrice a vita di 90 anni deve vivere sotto scorta per le continue minacce. Che Paese possiamo essere se una donna che è stata deportata nei campi di concentramento deve viaggiare con la scorta perché minacciata?  E’ un paese dove manca evidentemente quel sentire comune che consente di appoggiarci su pochi, ma condivisi valori, in cui alcune regole non sono in discussione.

Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.

Questa proposta di legge riprende quei contenuti e aggiunge alcune ulteriori aggravanti per l’esposizione di simboli fascisti e nazisti nel corso di eventi pubblici.

Oggi siamo in una emergenza democratica: il Comune di Stazzema ha istituito nel dicembre 2017 una Anagrafe Antifascista come spazio di dialogo e di denuncia, ma soprattutto di impegno dei valori della nostra Costituzione dopo anni in cui vi era l’ottimismo che la stabilità democratica del nostro Paese non fosse a rischio. I populismi sono diventati sovranismi, i fenomeni di rievocazione del ventennio da fenomeni limitati a fenomeni di massa. L’anagrafe antifascista è una operazione coraggiosa, perché parla di valori in una società in cui si dice che le ideologie sono morte, parla alle persone come cittadine e cittadini nel mondo dei like e dei sondaggi.

Qualcosa sta accadendo: i media trasudano da anni di notizie che era giusto considerare allarmanti, vi era e persiste una crescente diffusione di razzismi e di appelli a trovare soluzioni autoritarie. Oggi riteniamo fondamentale che dal basso si riparta per riparlare dei valori della nostra Costituzione e attualizzarli: la Costituzione con la sua XII disposizione transitoria vieta la ricostituzione sotto ogni forma del disciolto partito fascista. E’ necessario, di fronte all’esposizione, la vendita di oggetti di simboli che si richiamano a quella ideologia che la normativa non lasci spazi di tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere attraverso la propaganda, l’esposizione, la vendita di oggetti di nuovo i simboli di quel passato tragico.

Il fascismo e il nazismo sopravvivono nelle intimidazioni, nei pestaggi, nell’ideologia della sopraffazione che pervade i social, le minacce ai giornalisti che provano a scoprire il mondo del neofascismo e neonazismo, nei saluti romani, negli striscioni negli stadi e nei fischi contro i calciatori di colore. Questa legge pone freno a tutto questo.

Ripartiamo da una iniziativa popolare dal basso per difendere la nostra Costituzione e i suoi valori.

TESTO DEFINITVO

Art. 1.

  1. Nel capo II del titolo I del libro secondo del codice penale, dopo l’articolo 293 è aggiunto il seguente:

«Art. 293-bis. – (Propaganda del regime fascista e  nazifascista).  –  Salvo  che   il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista  tedesco, ovvero dei  relativi  metodi    eversivi del  sistema  democratico,   anche   attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la  reclusione  da  sei  mesi a due anni.

La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.

La pena di cui al primo comma è altresì aumentata di un terzo se il fatto è commesso con modalità ed atti espressivi dell’odio etnico o razziale

All’articolo 5, primo comma, della legge 20 giugno 1952, n. 645, le parole:

«sino a» sono sostituite dalle seguenti: «da  sei mesi a».

Art. 2

  1. Al Decreto Legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito in Legge 25 giugno 1993, n. 205, recante “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa” all’art. 2 dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

1-bis. Qualora in pubbliche riunioni di cui al comma 1, l’esposizione riguardi emblemi o simboli riconducibili al partito fascista o al partito nazionalsocialista tedesco, la pena di cui all’art. 2 comma1, è aumentata del doppio.

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Istruzioni in PDF

Attenzione: La raccolta firme scade il 30 marzo 2021

 

 

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