Il “Che” è una presenza che non può mai essere distrutta

Da una prospettiva antimperialista e umanista, fu organizzato un evento virtuale in omaggio alla figura del Guerrigliero Eroico Ernesto Che Guevara in occasione del 53° anniversario della sua cattura e successivo assassinio in Bolivia. Nell’incontro convocato dall’Istituto cubano di amicizia coi popoli (ICAP), i partecipanti evidenziarono la validità del Che come antimperialista, il suo viaggio in America Latina e Africa, nonché il segno lasciato in coloro che anelano a giustizia e pace.

Le parole di Fernando González Llort, presidente dell’ICAP, oservavano che “il guerrigliero è un paradigma per chi sostiene un mondo migliore nell’attuale contesto delle politiche neoliberiste e delle disuguaglianze sociali”. Nel suo discorso, l’Eroe della Repubblica di Cuba espresse: “Il Che è stato un rivoluzionario che ha agito secondo i suoi pensieri e le sue parole, che ha dedicato e dato la vita alla causa della liberazione dei popoli e della lotta all’imperialismo”. Sulla sua morte, Gonzalez aggiunse: “Il crimine commesso 53 anni fa non ha potuto estinguerne lo spirito, né oscurare l’eredità. Il Che è simbolo, forza, presenza che non potrà mai essere distrutta ”.

All’incontro partecipava anche Janine Solanki, coordinatrice nazionale della Brigata Ernesto Che Guevara in Canada, notando che il pensiero del Che sulle qualità che ne formarono la coscienza fu acquisito col lavoro volontario. Solanki notava che l’eredità del Che si riconosce nelle nuove generazioni “ispirate dalle azioni e parole di questo grande leader rivoluzionario e noi cerchiamo di agire in conformità coi principi che difese”. L’attivista evidenziava l’esempio di solidarietà e internazionalismo che Cuba offre al mondo di fronte l’attuale pandemia che affronta il mondo.

Da parte sua, Bruno Lovaina, rappresentante della Gioventù Comunista Argentina e membro della 27.ma Brigata Sudamericana di Solidarietà con Cuba, affermava che il Ché è “una figura molto potente, rappresentando la giusta ribellione dei popoli”. Sul segno che ha lasciato, osservava che “il Che è una figura a cui milioni di giovani furono trascinati di fronte alle tante ingiustizie; ha varcato i confini territoriali e generazionali perché il suo pensiero raggiunge i giovani che vogliono vendicarlo e studiarlo come vera alternativa”.

Nell’incontro, gli attivisti sociali evidenziavano l’umanesimo nel lavoro dei medici cubani in prima linea nella battaglia al Covid-19, nonostante le campagne per screditarli dell’attuale amministrazione statunitense e dei suoi lacchè. A tal proposito, Fernando González osservava che gli ideali del Che influenzano l’essenza della solidarietà di Cuba, nazione che ha inviato 52 contingenti medici in 39 Paesi in Europa, Africa, Medio Oriente e America Latina e Caraibi per contrastare la pandemia. L’incontro condannava l’ingiusto e criminale blocco economico, commerciale e finanziario, quale principale ostacolo allo sviluppo della nazione cubana.

L’incontro virtuale in omaggio al Guerrigliaero Eroici fu anche uno spazio per rendere omaggio ai 60 anni della fondazione dell’ICAP, dove il Che lasciò il segno fin da primi anni. Ricordare Ernesto Guevara è essenziale. Il Che era un uomo dal lignaggio illuminato, dal cuore tenace e sempre con vocazione intransigente e rivoluzionaria. La sua proiezione e visione futuristica alla ricerca del miglioramento umano costituiscono una forza trainante per le nuove generazioni che aspirano alla giustizia e alla possibilità di un mondo migliore.

Se vogliamo esprimere come vogliamo siano i nostri figli, dobbiamo dirlo col nostro cuore di ardenti rivoluzionari; vogliamo che siano come il Che! – Fidel Castro, 9 ottobre 1967

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